Gli aspetti che caratterizzano la psiche

§ Dicembre 5th, 2011

Gli aspetti che caratterizzano la psiche

Dobbiamo considerare i due emisferi del cervello, il destro e il sinistro. Il primo abbraccia l’area emotiva, creativa, legata alle sensazioni e all’intuito. Il secondo coordina la cognitività, la percezione, la memoria e il linguaggio. Sicuramente la parte più ricca e caratterizzante l’essere, si lega all’emotività. In essa è racchiuso il potenziale energetico, l’espressione del divino e dell’universale. E’ la parte che sa produrre processi di auto guarigione, racchiude la saggezza umana, sa prevedere, registra, tutto ciò che accade, tutela il materiale che può essere riportato in ogni momento in memoria con i metodi adeguati.
Essa richiede stimoli per potersi sviluppare. Perciò, va considerata la sensibilità del bambino quando interagiamo, imparando a metterci nei suoi panni e ad avvertire sentimenti e sensazioni. Nei primi anni di vita, egli interagisce con questa parte che è caratterizzata dal principio di piacere. Essa è fondamentale per la vita psichica, attraverso le sue strutture (ippocampo, amigdala) ingloba immediatamente gli stimoli e dà risposte, anche, senza coinvolgere l’emisfero sinistro. Dà significato ai fatti, alle cose, è variegato e capta da più punti di vista. E’ la parte, che permette di mettersi in contatto con la realtà circostante prima che si affermino le strutture cognitive. Si arricchisce nel tempo. Attraverso l’espressione d’idee e sentimenti s’impara a capire se stessi, i propri bisogni, gli altri, a essere guidati dalla propria voce interiore. Se i contatti con il sentire non si sviluppano, perché il bambino ha imparato, pur di essere amato, a tacitarli e a bloccarli, anche perché non c’è equilibrio nei comportamenti e nelle richieste autoritarie degli adulti, è confuso, e, pur avendo una cognitività sviluppata, non legge nel profondo i significati e non sa scegliere il comportamento più adeguato nelle diverse situazioni. Ciò accade quando si dà molta importanza alle cose che deve fare e sapere, senza prendere in considerazione ciò che pensa e sente o al senso di rifiuto che prova e non può esprimere.
Il disagio che molte volte c’è tra ragazzi e adolescenti, è proprio la conseguenza del blocco, della mancata espressione del proprio essere. L’emotività è una parte che dà senso e significato e che evolve in continuità, secondo la legge epigenetica, senza dimenticare che presenta una polarità e si lega all’ambiente di vita. Gli stadi evidenziati dalla psicologia dello sviluppo, in chiave psicoanalitica, riguardano la fiducia-sfiducia come base per l’evoluzione. Il bambino credendo in se stesso si apre allo sviluppo, alla realizzazione. Diversamente perché spaventato, si blocca. Così diviene difficile il cammino verso l’autonomia, l’iniziativa, l’industriosità, l’identità, negli stadi successivi. A differenza di chi in un clima adatto può credere in se stesso, imparare ad accettarsi, amarsi, avere vigore, creatività e volontà.
Se lo sviluppo è adeguato, pian piano esprimerà l’idea del bene e del male, di ciò che va fatto e di ciò che non va fatto. Prima a livello eteronomo: il bambino ha come riferimento gli insegnamenti chi si prende cura di lui e gli mostra dedizione. Mentre emergono le capacità cognitive, che si arricchiscono nei diversi stadi, partendo dal percettivo -motorio, al rappresentativo, alle operazioni concrete e formali. Nelle fasi più avanzate, capisce sempre più il senso delle cose, delle situazioni, si afferma l’autonomia anche nel campo etico e quindi sceglierà il comportamento più adeguato. A ciò si legherà la capacità di evolvere verso la socialità. Prima stando vicino all’altro, anche senza interagire, poi, gradatamente, imparerà a collaborare, a fare le cose insieme, attraverso la suddivisione dei compiti e la realizzazione comune. Ciò permetterà di concentrarsi sull’altro, sul suo modo di essere, di pensare, di sentire, portandolo a considerarne il punto di vista. Così si porranno le basi di una socialità avanzata e costruttiva.

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