Giudizi

§ Gennaio 21st, 2011

Ho trovato tanti elementi che mi hanno facilitato il lavoro di docente. Il libro mi ha fatto capire come si organizza la lezione facilitante, come s’interagisce con i ragazzi per stimolare la loro motivazione; ho capito meglio le modalità della valutazione, l’essenza della programmazione. Come s’interviene per aiutare i ragazzi a credere in loro stessi.

Francesca di 50 anni, docente di francese in un istituto superiore

Mi sono reso conto che sbagliavo: mio figlio andava capito, dovevo permettergli di esprimere le sue idee, dargli fiducia, esprimermi con trasparenza, senza lesinare le lodi, quando lo meritava. E il nostro rapporto, come per incanto è rifiorito. Mio figlio, ora va bene a scuola, comunica in famiglia, è sorridente e soddisfatto.
Giuseppe di 48 anni Imprenditore.

Ho imparato a vedere oltre le facciate, a capire che se molte volte i ragazzi non s’impegnano è colpa nostra, che anziché aiutarli a sviluppare l’autostima li blocchiamo, li mortifichiamo, li demotiviamo.
Franca di 33 anni, docente d’italiano in una scuola media.

Mentre andavo avanti nella lettura del libro, applicando su di me le belle riflessioni dell’autrice, capivo le cause, legate al modo di pensare, dei miei disturbi; così, come per incanto ora non ho più paura quando, andando in ansia, il mio cuore batte all’impazzata, perché so che è una risposta da stress.
Giuditta, di 41 anni, impiegata postale.

Quando, assistendo alla presentazione del libro, alla Feltrinelli di Padova, la dottoressa ha parlato, tra l’altro, del potenziale dei ragazzi e di come può essere stimolato o bloccato, mi sono vergognata. Facendo un bilancio della mia attività quarantennale d’insegnante mi sono resa conto di avere dato poco ai miei alunni e forse tolto molto.
Gina, di 68 anni, docente di matematica in pensione.

Ho sofferto molto nella mia vita, non mi sono mai piaciuta, mi sono sentita sempre inferiore, brutta. Mentre leggevo il libro, riequilibrando la percezione, ho recuperato stima e fiducia in me.
Paola, di 22 anni, ragioniera.

Ero disperata, tutto mi appariva immodificabile, da quando mia figlia di diciotto anni aveva iniziato a ridurre i pasti e a nutrirsi con svogliatezza. Il suo libro mi ha fatto capire che dovevo cambiare atteggiamento, non potevo continuare a chiudermi nelle facciate, dovevo essere me stessa, in piena trasparenza. Sapevo di poterla gratificare, esprimendole pienamente fiducia e stima. Il nostro dialogo è rinato e mia figlia ha ricominciato a nutrirsi con regolarità.
Elvira, di 41 anni, casalinga.

Ho capito, come sostiene l’autrice del libro, che anche il disagio più grave può legarsi alla mancanza di autostima. Ero fragile, confusa, spaventata, non riuscendo ad esprimermi, vivevo uno stress che mi produceva tachicardia e senso di mancamento. Ora considerando gli aspetti positivi della mia personalità, credo di più in me stessa.
Rosa, di 22 anni, studentessa universitaria.

Sono uscita dal tunnel capendo, come si legge nel libro, che tutti abbiamo il potenziale della pienezza, tutti possiamo credere in noi stessi. A proposito di lobi percettivi, la mia lettura era sempre negativa. Ora mi sforzo per vedere gli avvenimenti da altri punti di vista e spesso sento di poter credere in me stessa. Ciò produce una bella sensazione di benessere.
Lucia, di 15 anni, studentessa.

Mi sono identificata in alcune ragazze autrici dei documenti e mi sono sentita come loro. Provavo le stesse motivazioni, spesso, lo stesso sconforto. Le parole dell’autrice, legate alle riflessioni che accompagnano le lettere, mi danno coraggio e conforto.
Lina, di 16 anni, studentessa.

Mentre leggevo le lettere, mi spiegavo tanti episodi e sentimenti della mia vita, piangevo e mi liberavo. Il pianto leniva la sofferenza e medicava le ferite di un’esistenza condotta per troppo tempo nello stato di abbandono.
Laura, di 37 anni, docente di fisica.

Il libro permette di capire e di capirsi: mette a fuoco l’essere e le sue reazioni biopsichiche in un modo del tutto nuovo e completo.
Giancarlo, di 46 anni, funzionario ministeriale.

E’ un libro molto applicativo che aiuta veramente genitori e educatori a capire e a capirsi. Con mia figlia, dopo averlo letto insieme, è ricominciato il dialogo. E’stata la rinascita, ci siamo sentite vere, con la sensazione di avere ricostruito un’intesa favolosa.
Valeria, di 44 anni, insegnante.

Sono una ragazza che frequenta il terzo liceo classico, dopo avere letto alcuni documenti, ho trovato il coraggio di parlare alla professoressa di latino, che da qualche tempo, screditandomi apertamente in classe, generava in me un senso di vergogna e di emarginazione. Ora mi sento più libera.
Angela, di 18 anni, studentessa.

Pensavo che mia figlia non mi amasse, da quando avevamo avuto grandi discussioni e riversavo tutto l’interesse verso il fratello, cercando di scuoterla. Leggendo il libro ho capito che, con il silenzio e la strafottenza, intendeva esprimere il bisogno d’affetto e di attenzioni. Così, ci siamo riavvicinate.
Marzia, di 39 anni, impiegata.

La dottoressa, con il suo libro, intende diffondere conoscenze, che, in genere, sono confinate negli studi terapeutici. Lo fa in modo chiaro, e, dando la parola alle ragazze, fa calare nei vissuti quei concetti che si rivelano molto utili per il vivere quotidiano.
Carla, di 54 anni, medico chirurgo.

Il libro affronta tematiche psicologiche scientifiche molto importanti, ma è di facile lettura. Le lettere e i commenti dell’autrice fanno “vedere” la psiche in azione.
Luigi, di 58 anni, dentista.

E’ una psicoterapia. Permette di capire tante cose di sé, del proprio modo di essere e di sentire che aiutano a migliorarsi.
Loretta, di 59 anni, preside.

Leggendo il libro, ho ritrovato tante cose che abbiamo chiarito verbalmente e che hanno migliorato la mia personalità e comportamento. Lo tengo sul comodino e, di tanto in tanto, rileggo quei passi tanto chiarificatori.
Carla, di 53 anni, professoressa di scuola media.

E’ indubbiamente un bel libro dal contenuto originale. A differenza degli altri libri di psicopedagogia, questo tratta non solo aspetti teorici ricchi e puntuali, anche dal punto di vista della psiconeuroimmunologia, ma offre testimonianze di una prassi applicata nella classe che, come chiarisce il sottotitolo insegna a capire e a prevenire il disagio degli adolescenti. E’ molto utile ai genitori per le lettere che ad essi sono indirizzate, ed ai docenti per la stessa ragione. Ciò, per la trattazione dell’origine del disagio generato nella famiglia e nella scuola, che è testimoniata al fine di migliorare la qualità della vita e il rendimento scolastico.
Luca, di 55 anni, Ispettore tecnico del MIUR (Ministero Istruzione Università e Ricerca)

Vi si tratteggia un metodo che può essere usato da tutti: da docenti, genitori, educatori, rieducatori. Perché si tratta sempre di liberare le energie del soggetto, facendogli capire che ha la possibilità del pensiero creativo, permettendogli di osare, di non avere paura; così, qualsiasi apprendimento può divenire duraturo, perché credendo in se stesso il ragazzo concorre alla strutturazione del sapere.
Carla, di 43 anni, psicologa

E’ stato bello scoprire che tutti abbiamo il potenziale della pienezza, che c’è un collegamento molto stretto tra mente e corpo, che la mente può influenzarlo fino a produrre patologie ed a guarirle. Ora vedo con occhio diverso il malato: cerco di sapere delle sua vita, delle sue emozioni e provo una profonda soddisfazione a livello professionale.
Carlo, di 44 anni, medico

Eravamo troppo abituati a cercare le capacità nei ragazzi senza dare stimolo per la loro attuazione. Ho capito che ogni capacità, per esserci, ha bisogno di esprimersi e di arricchirsi, attraverso l’esercizio.
Flavia, di 32 anni, docente di lettere

Con mia figlia il rapporto è migliorato da quando ho iniziato a riconoscere e ad esprimere i suoi meriti. L’altro giorno, ha affermato che non le sembra vero; prima era come se tutto quello che realizzava non bastasse mai e ciò le produceva ansia e paura.
Loredana, di 39 anni, infermiera

E’ un libro che dovrebbe essere portato all’attenzione dell’associazione genitori, non solo per far sì che essi prendano coscienza di come il disagio dei loro figli può essere prevenuto ed eliminato, ma anche per vigilare che i docenti usino i metodi appropriati per lo sviluppo pieno dei soggetti.
Francesco, di 42 anni, libero professionista, padre di due adolescenti.

Il libro riporta le lettere di studentesse di una scuola secondaria superiore, fornendo una nuova chiave di lettura rispetto a lavori precedenti della stessa categoria, in quanto oltre all’espressione delle studentesse che tocca peraltro una vasta gamma di temi di grande attualità per gli adolescenti del giorno d’oggi, viene fornito un metodo di educazione nuovo, che fonda le sue basi nei seguenti tre passi: introspezione, libera espressione e applicazione al contesto disciplinare d’interesse. Risulta quindi un libro di estremo interesse per gli educatori, siano essi genitori o docenti di qualsiasi disciplina didattica.
Mariolino, di 36 anni, docente universitario

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