Estratti

§ Gennaio 21st, 2011

ESTRATTI

“Durante l’insegnamento interagivo con ragazze, la cui espressione spesso non andava oltre il rapporto della semplice cortesia. Se erano coinvolte nella riflessione critica, nella valutazione dei contenuti o nell’espressione di ipotesi interpretative, non parlavano, perché avevano paura di sbagliare. Temendo la reazione negativa dell’adulto, si privavano di un momento principe dell’apprendimento che vede nell’espressione verbale la comprensione e la memorizzazione a lungo termine dei contenuti”…

“Professoressa, con la seguente lettera ho “semplicemente, l’intenzione di provocarla, stupirla e farla vergognare. Ma nello stesso tempo fremo dalla voglia di sfogarmi e dire basta una volta per tutte”…

“Cara, non troppo, professoressa, chi scrive è una sua alunna. Forse di me non si ricorderà subito visto che per Lei non è tanto importante conoscere un’alunna, ma, piuttosto, “torturarla” durante le sue lezioni soprattutto durante le interrogazioni”…

“Cara professoressa, credo che Lei nella vita possa essere una donna molto gentile e raffinata. E’ una donna molto bella, ricercata nel vestire e per alcuni di buon gusto. In classe mentre spiega nuovi argomenti, incanta con il suo modo di parlare ricercato, e riesce a coinvolgere tutti. Purtroppo quando interroga si trasforma, diventa una persona insopportabile e impaziente. Ci chiama in due, in quattro e a volte anche di più, ci “sbatte” davanti alla cattedra”…

“Professoressa, un tempo scendeva il silenzio intorno a me, ero sola nella notte e nel buio. Travolta da pensieri e, ogni giorno più debole del precedente, spesso avrei voluto piangere come un bimbo nella culla. Un errore, ogni volta più banale alimentava sconforto e pentimento… Lei mi ha insegnato a guardare, osservando dapprima il mio volto allo specchio, poi quello altrui… La ringrazio cara professoressa, con i suoi occhi sono i più bei momenti che ho vissuto in questa scuola in una formazione integrale”.

“Vorrei venire a scuola con il sorriso in viso: vorrei essere felice di tutto quello che faccio con professori e compagne. Ma non è così… Non vorrei stare dietro un banco, non vorrei essere distante dalla cattedra, non vorrei avere paura dell’interrogazione. Accidenti quante cose non vorrei! Ma in compenso quante altre ne desidero: esprimermi con libertà, poter commentare”…

“Ero una ragazza timida e insicura. Spesso non riuscivo ad aprirmi con gli altri e talvolta mi rimaneva difficile parlare e confidarmi con i miei genitori e con i miei amici… Ora invece mi sento più sicura. Grazie alle dinamiche di gruppo, non solo ho conosciuto meglio le mie nuove compagne, ma sono anche riuscita a conoscere meglio anche me stessa”…

“Ciao papà, capisci perché ho desiderio di scriverti? (Non l’ho mai fatto). Il motivo è chiaro: comunichi poco con tutti noi. So che lavori molto e che hai i tuoi problemi, ma spesso i tuoi atteggiamenti sono solo distruttivi.. Ogni volta che faccio un commento, o non rispondi…”