L’amore nel rapporto di coppia. L’amore tutela la salute mentale
L’AMORE NEL RAPPORTO DI COPPIA.
L’AMORE TUTELA LA SALUTE MENTALE
C’è un messaggio che appartiene alle grandi religioni e riveste molta importanza per il benessere di tutta la persona. Si racchiude nei concetti: ”Amati, se vuoi amare, ama il prossimo tuo come te stesso, sei nato per amare, l’essenza dell’uomo è l’amore”. Ci ricorda che siamo il portato di un atto d’amore e che la nostra vocazione è l’amore. Un amore che dà vigore, produce salute mentale e nel rapporto di coppia può essere strada maestra verso una vita di senso.
Chi ama accetta l’altro, ne percepisce la sensibilità, sa mettersi nei suoi panni; non aggredisce, non colpevolizza, ascolta ed esprime sentimenti benevoli.
Oggi, sempre più spesso, la coppia vive stati di crisi! I partner, che nell’atto del matrimonio, esprimono una promessa di dedizione duratura, dando un nuovo significato alla propria vita, decidono di separarsi, a volte in modo furioso, deluso e disperato. Non si sentono amati, perciò non vogliono più vivere insieme. L’amore è alla base d’ogni rapporto sano, di intese durature e avvincenti. E’ l’essenza dell’essere umano e ne esprime il bisogno fondamentale. Nelle interazioni conflittuali, il partner pensa: ”Non mi ascolta, mi attacca, perciò non mi ama; dunque non posso più vivere con lei/lui” Scavando nel profondo, scopriamo che, alla base d’ogni separazione, c’è la convinzione di non essere amati. Convinzione, che a tutte le età, fin dall’infanzia, produce gravi disagi. Già Spitz, nelle sue ricerche, aveva dimostrato che il bambino va in depressione anaclitica, fino a lasciarsi morire, se perde l’amore della persona di riferimento.
E’ come dire: l’amore tutela dai disagi, dalle patologie, dalle separazioni.
A livello biologico, un soggetto che si convince di non essere amato attiva il lobo negativo della sua mente con, reazioni di stress. L’ipotalamo invia informazioni alle capsule surrenali che producono adrenalina e noradrenalina in eccesso e, nei casi più gravi, il cortisolo, un ormone simile al cortisone, che genera un processo infiammatorio cellulare, con reazioni di sofferenza per tutto l’organismo. Dette reazioni a loro volta pongono in uno stato di tensione che attiva ulteriormente la polarizzazione negativa della mente. Il soggetto si sente teso, in una situazione di sequestro emozionale, che agendo anche sui processi percettivi, genera paura e confusione.
E’ lo stato d’animo che caratterizza chi esce da una relazione matrimoniale burrascosa, lontana dalla dimensione dell’amore.
Il disagio, molte volte, si lega alla non conoscenza del sentire profondo della persona che si ha di fronte, perciò il soggetto fraintende, attribuendo significati che nulla hanno a che vedere con le vere intenzioni dell’altro. Pensa che ci sia malafede, voglia di ferire. D’altra parte in un rapporto in cui manca l’amore vengono meno anche l’empatia, la capacità d’ascolto profondo. Non c’è accettazione, ma giudizio velenoso che porta al disprezzo palese, alla non trasparenza, al pensiero automatico che recita: ”Tanto non mi capisce, è meglio farla finita”. E i rancori s’ingigantiscono.
Come si caratterizzano i due sessi dal punto di vista emotivo e affettivo?
La donna, fin dall’infanzia, impara, in un clima che spesso rispetta ed interpreta la sua emotività, a capire le proprie emozioni, ad esprimerle. Intorno a lei si genera un clima affettivo manifesto, di accettazione, di ascolto: l’ambiente circostante è condizionato dal suo modo femminile, delicato di porsi.
Del maschio, la cultura ha e gli pone un’altra immagine: forte, dura, virile. Non è importante leggere e interpretare la sua emotività.
Perciò la coppia risente di ciò che è all’origine della loro interazione.
La donna è in contatto continuo con la sua emotività e la cerca nel partner, spesso ne pretende l’espressione. Se ciò non accade, se ne rammarica, entrando in un circolo chiuso che la porta a rimuginare, a criticare furiosamente.
Durante le discussioni, dà molta importanza all’analisi dettagliata delle situazioni, legge le ripercussioni emotive, pretende l’espressione profonda del partner: vuole sentirsi ascoltata, capita nei sentimenti.
Il maschio, d’altra parte, quasi “analfabeta” da questo punto di vista, si concentra sui fatti, si irrita, gli sembra inutile il bisogno di analisi che esprime la donna. Essendo incapace di leggere gli stati d’animo sul suo volto, commette errori imperdonabili che portano la donna a dire e a dirsi: “Non mi ascolta, non mi ama, non glie ne importa nulla del mio dolore”. Un dolore, che ripeto, il maschio non è in grado di percepire nel dettaglio. Così la coppia si pone su un piano di rifiuto. E lo scontro, che potrebbe costituire un momento di chiarificazione, di comprensione dei bisogni vitali per scoprire ciò che dall’altra parte è vissuto come opprimente, diviene un attacco furioso alla personalità, con espressioni di disprezzo. Ciò genera vergogna, frustrazione, per non sentirsi accettati, capiti ed amati.
Il litigio che attacca la personalità, ferisce, punisce aspramente, distrugge.
Studi dimostrano che il litigio può aiutare la coppia sul piano della conoscenza reciproca, a patto che sia rispettata la persona e la sua dignità. Bisogna considerare ciò che sta accadendo, senza rivangare nel passato, nei vecchi comportamenti, nei rancori. E’ bene concentrarsi su ciò che si prova, esprimendo il proprio pensiero, l’emozione che l’accompagna.
Così il partner è toccato nel profondo, capisce, non si sente aggredito.
E’ fondamentale porsi con atteggiamento d’amore, di comprensione; è come se si dicesse: ti apro il cuore perché ti amo, tengo alla relazione, tengo a te. Il soggetto in questo modo si sente gratificato, capito.
E’, altresì, molto importante realizzare un confronto dialettico, che permetta alle parti l’espressione delle proprie posizioni e di comporle in un processo di sintesi. Essi imparano a dire cosa si aspettavano e perché si sentono feriti. Così emerge la persona vera, con esigenze e stati d’animo. Ciò produce un arricchimento reciproco, un contagio psicologico e spirituale che fa marciare all’unisono lungo il cammino dell’ascolto e del rispetto. Il rispetto e l’amore dileguano l’ostilità, producono uno stato di distensione che aiuta a vedere le situazioni e gli avvenimenti con maggiore chiarezza e ad osservarli da più punti di vista. Quando si sbaglia, si evitano saccenza e superbia, si riconoscono i torti e si chiede scusa, se necessario.
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